Strategie di Vendita: un processo integrato nel piano Marketing

Strategie di Vendita e Covid-19

 

Il Processo di Vendita viene spesso considerato separato da quello del Marketing. Allo stesso modo, vengono percepite lontane tra loro le figure che li rappresentano: il venditore da un lato e il direttore Marketing dall’altro. 

In realtà, però, la Vendita rappresenta un asset strategico importante per un’azienda. Quindi, l’integrazione tra questi due mondi – apparentemente distanti – non solo è possibile ma addirittura auspicabile in alcuni casi. Di conseguenza, l’inserimento di tale processo all’interno di un Piano di Marketing può rivelarsi assolutamente necessario. Ma come si integrano realmente?  

Per noi di Marketing Strategy Solutions la vendita e il marketing sono sempre due cose che vanno a braccetto. 

 

Strategie di Vendita vs Strategie di Marketing: cosa nasce prima? 

Questa domanda ci riporta ad una delle questioni più vecchie del mondo: “È nato prima l’uovo o la gallina?” Dopo anni, ancora non c’è una risposta che metta d’accordo tutti. Allo stesso modo, viene lecito chiedersi cosa venga prima, se la Vendita o il Marketing. In questo caso, la risposta è sicuramente più semplice ma non così scontata perché… dipende dall’orientamento aziendale.   

Infatti, a seconda dei processi interni, un’impresa può essere orientata: 

  • alla Produzione; 
  • alla Vendita;
  • al Marketing.

Nel caso in cui abbiamo un’azienda che è fortemente finalizzata alla Vendita, l’agente o il commerciale sono il punto di riferimento. Sono loro che stabiliscono i piani di produzione oltre a quelli di distribuzione, quindi in questo caso, abbiamo un approccio top down dove verrà data precedenza al processo Vendita con gli obiettivi da conseguire e poi verranno delineati gli investimenti per ottenere tali obiettivi. Al contrario, un’azienda orientata al Marketing adotterà un approccio bottom up, dove avremo prima un delineamento del budget e degli asset promozionali, poi degli obiettivi effettivamente raggiungibili. Non c’è in realtà un giusto e uno sbagliato, dobbiamo semplicemente essere consapevoli di quale sia la nostra impostazione.

L’approccio alla Vendita dalla Produzione al Marketing

Le Aziende orientate alla Vendita scelgono quale approccio seguire a seconda delle loro esigenze: per esempio un’impresa che si occupa di distribuzione di caffè al dettaglio, predilige un approccio orientato alla vendita perché lo scambio si basa sulla relazione con i clienti. Al contrario, aziende più strutturate che hanno una presenza sul Web e sono nell’ambito Consumer, hanno bisogno di un approccio marketing oriented con una Strategia ben delineata. Non esiste un approccio più corretto di altri, come dicevamo, in genere è un processo che va dalla Produzione al Marketing in un crescendo continuo. Senza dimenticare la parte comunicativa che è importante sia in ottica di coerenza aziendale sia per la crescita dei venditori stessi affinché siano preparati ai cambiamenti del mercato e a quelli dei loro clienti. 

 

L’approccio alla Vendita: l’intervista a Paolo Pugni

Fatte queste premesse, nell’articolo di oggi, abbiamo provato a fare il punto sull’attuale situazione del settore della Vendita, prendendo spunto dall’intervista realizzata a Paolo Pugni, ideatore del metodo Vendere Valore. L’intervista fa parte dei #MarketingStrategyTalks, gli appuntamenti in cui Silvia Signoretti e Fabio Piccigallo si interfacciano con imprenditori e colleghi per approfondire concetti e temi riguardanti il marketing strategico (per vederli tutti, segui Marketing Strategy Solutions su Facebook)

Insieme a lui, abbiamo cercato di capire:

  • Come sta cambiando il settore della Vendita, in termini generali e in questo preciso momento con il Covid-19 in atto; 
  • Quali sono le paure più diffuse tra i venditori e i clienti;
  • Quali sono le strategie da adottare per superarle e stimolare una relazione migliore tra le parti; 
  • Quanto sono importanti la dimensione locale e l’empatia con la clientela.

Vendita: come sta cambiando il settore?

Il settore della Vendita ha subito una forte accelerazione nel corso degli ultimi anni. Ma è proprio in questo periodo pandemico che – paradossalmente – sta sperimentando un’ulteriore spinta. Però, parliamo di cambiamenti ragionati ovvero di scelte e azioni strategiche che possano portare le imprese ad avere un guadagno maggiore ed effettivo. Tutto ciò che invece non è funzionale per gli obiettivi aziendali, non viene preso in considerazione. Questa precisazione è d’obbligo perché, in genere, troviamo due tipologie di aziende:

  • quelle che scelgono di fare investimenti che abbiano un senso, che possono portare soluzioni di qualità perché vengono percepite come tali e – conseguentemente – producono profitto e reputazione migliori;
  • quelle che scelgono di fare investimenti semplicemente perché sono obbligate a farli da una normativa di legge oppure da mutamenti del mercato come, per esempio, il caso dell’ISO 9000 o la PEC. In questi casi, se non viene percepita la loro utilità o le opportunità che i prodotti hanno da offrire, vengono fatti investimenti più economici ricercando senza pensare alla loro effettiva efficacia. 

Quindi anche le aziende devono decidere se vendere prodotti non indispensabili, addirittura dannosi oppure di qualità. In passato la situazione era “grigia” ovvero c’erano aziende che non sapevano con esattezza da che parte andare. Invece, a partire dagli anni Duemila, con l’incombenza delle diverse crisi e ora con il Covid-19, gli imprenditori hanno iniziato a pensare maggiormente alle loro azioni e a quello che vogliono realmente ottenere. Insomma, ora, ci pensano bene prima di fare nuovi investimenti.

 

Vendere oggi. Come sta andando il mercato?

Nel periodo di lockdown appena passato, le aziende hanno preferito fare investimenti non solo sicuri ma che avessero anche un ritorno economico a breve termine. Ad oggi, secondo Paolo Pugni, questa tendenza ancora non si è invertita ovvero le aziende non stanno pensando ad investimenti di medio-lungo periodo. 

Anzi, secondo la sua esperienza, ora c’è una vera e propria depressione rispetto a Marzo o Aprile 2020. In quei mesi – nonostante ci fosse molta preoccupazione  –  si era anche più ottimisti perché sia le aziende che le singole persone avevano la speranza di uscire rapidamente dalla pandemia e di dedicarsi a cose nuove. Ora invece, c’è una maggiore consapevolezza del fatto che – comunque vada – questa situazione si prolungherà ancora per un bel po’ di tempo. 

È anche vero che molte aziende stanno avendo comportamenti diversi, probabilmente in funzione dei settori nei quali operano. Ad esempio, ci sono filiere che sono ferme come nei casi del turismo, delle fiere, dei congressi o dei convegni. Queste, oltre ad essere in forte crisi, non vedono neanche un grande futuro davanti a loro poiché ci vorranno almeno due anni prima di riprendere un certo ritmo lavorativo. Non solo, probabilmente cambieranno anche determinate modalità di gestire alcune situazioni. Basta pensare, per esempio, al Salone del Mobile a Milano: non potrà essere realizzato come gli anni precedenti, dovranno essere fatte necessariamente delle modifiche. 

Ci sono, invece, altre filiere come quella degli integratori o dei farmaci che stanno andando molto bene. In questi casi, tutto dipende da quanta voglia c’è di rischiare e di investire denaro, tempo e risorse. C’è un fattore importante di cui le aziende si stanno lentamente accorgendo: non ha più senso pensare a piani quinquennali (… al massimo per cinque settimane) perché le cose cambiano continuamente, un po’ come l’algoritmo di Facebook (per fare una battuta nota agli addetti ai lavori). 

 

Strategie di Vendita: quali sono le maggiori paure oggi?

Oltre alla paura di investire, ce ne sono anche altre che si sono sviluppate nel settore della Vendita, legate principalmente alle figure dei venditori. Ci sono dei limiti che stanno ostacolando il loro lavoro, dovuti appunto ai cambiamenti che si stanno susseguendo in questo periodo della pandemia e che hanno portato non solo a una depressione generale ma anche a una mancanza di visione. 

 

Covid e Vendita: la paura di contattare i clienti

C’è una paura che più di tutte si è alimentata durante questi due lockdown: 

  • è la paura di dover ricorrere a mezzi nuovi per contattare i clienti. Pensiamo allo smart working e al fatto che il cliente, in questo periodo, può essere contattato anche a distanza. Infatti, molte aziende hanno messo i propri dipendenti in modalità smart working, dunque devono essere contattati in modo differente. I venditori non vengono fatti entrare in azienda e quando possono entrare devono comunque mantenere un distanziamento durante gli incontri con l’utilizzo della mascherina. Prima c’era un avvicinamento con i clienti, si stava fianco a fianco, c’era una vicinanza fisica, ora invece i venditori devono fare vedere i cataloghi a distanza con un conseguente modo di vendere diverso. 

Quindi cambia l’intero approccio alla situazione, cambia il modo di comunicare, compresa la comunicazione non verbale.

 

Venditori: quali impatti ha su di loro la paura nella vendita?

Tutto ciò ha influito sul venditore che, per certi versi, è una figura più tradizionalista di quanto non sembri quindi risente dell’intera situazione. La maggior parte di loro non utilizza le email per contattare i clienti, figuriamoci le call online, e preferisce suonare il campanello. Questo si tramuta in una vera e propria paura di dover cambiare il modo di fare. E per qualcuno rappresenta un momento di vero panico

 

Quali difficoltà ha un venditore oggi?

Poi c’è tutto il mondo del new business dove i venditori, a meno che non siano degli Hunter “che vanno all’arrembaggio e combattono a mani nude”, ancora non dimostrano una vera e propria apertura verso il cambiamento. Per esempio, gli agenti di commercio hanno determinate abitudini, tendono a ripercorrere le loro azioni abituali e in un certo modo hanno anche ragione perché, alla fine della giornata, devono tornare a casa con un fatturato dal momento che guadagnano su quello. Di conseguenza, se non trovano nuovi clienti, buttano via la giornata lavorativa. A maggior ragione, ora, fanno fatica perché l’incognita del cliente c’è sempre: 

  • Sarà disposto a ricevermi? Oppure no? 
  • In che modo struttureremo il nostro incontro? 
  • Avrà voglia di iniziare progetti nuovi? 

 

Prevendita: la soluzione per un nuovo approccio commerciale

La soluzione migliore è quella di fare una qualificazione del cliente, ancora prima di conoscerlo. Proprio come avviene nel marketing. In relazione a questo, Paolo Pugni ha utilizzato il termine di Prevendita, appreso da un suo amico di recente. La Prevendita è quell’area compresa tra Marketing e Vendite che non separa le due parti ma, al contrario, cerca di collegarle: può aiutare il venditore così come un’azienda a capire come fare per contattare un potenziale cliente, per entrare in contatto con lui. In un momento come questo, contattare un cliente e vederlo di persona rappresenta un terreno difficile da percorrere perché, per esempio, alcuni canali tradizionali come potevano essere le fiere non ci sono… E sappiamo quanto il venditore italiano abbia la necessità di instaurare una relazione con il cliente. 

 

Strategie di comunicazione efficaci per la vendita 

Alla fine, noi italiani non siamo freddi come possono essere magari altri popoli – non per fare una distinzione tra migliori o peggiori – e oggi tutta la parte dei convenevoli iniziali, prendere un caffè o un tè prima dell’incontro, chiedersi come si sta, non ci sono. Il caffè si prende attraverso lo schermo, il chiedere come va è una domanda che molte aziende vietano di fare. Non si sa cosa possono risponderti… quindi l’esperienza cambia completamente così come cambia l’approccio alla Vendita: con il distanziamento sociale, ogni commerciale o venditore deve lavorare molto di più sul vocale, sull’integrazione tra verbale e para verbale. Deve, in buona sostanza, capire come funziona la comunicazione online.

 

Clienti e vendita: quali sono le più frequenti paure? 

Se da un lato abbiamo descritto le paure del Venditore, dall’altro possiamo determinare anche quelle del cliente, soprattutto in un periodo come questo del Covid-19. 

Le paure del cliente dipendono da due aspetti:

  • Uno è quello relativo alla singola persona, ovvero alla sua posizione nei confronti del Covid, la paura che può avere o meno verso la pandemia. In tal senso, vediamo atteggiamenti cauti soprattutto perché ora si ammalano molte più persone rispetto a Marzo o Aprile, però c’è un tasso di mortalità inferiore. Ma abbiamo anche atteggiamenti estremi: c’è chi, per dirla alla Ibrahimovic, il Covid se lo mangia a colazione. Dunque, mostra una certa sicurezza rispetto all’intera situazione a fronte di chi invece ha una visione pessimistica.
  • L’altro è relativo all’azienda, alla paura del futuro, alla mancanza di prospettive: quanti clienti si hanno, quanti giorni di lavoro si hanno a disposizione… Insomma, ci sono aziende che hanno una certa tranquillità e altre no e, in base a ciò, devono capire come ricevere e gestire un venditore che vuole proporre nuovi progetti, ottimizzando al massimo le attività.

 

Strategie per superare le paure nella vendita  

Nonostante la situazione non sia di certo facile, è possibile mettere in atto alcune strategie che aiutino aziende e venditori a superare questa impasse, eliminando gli ostacoli lungo il processo di Vendita. Dal punto di vista del cliente ne abbiamo due in particolare. Vediamole meglio.

 

L’aspetto relazionale nell’approccio commerciale

Innanzitutto, è necessario non trascurare assolutamente l’aspetto umano: la relazione tra le parti deve essere conservata. Se da un lato, c’è difficoltà nel chiedere come va per via del momento particolare, dall’altro non si può neanche far finta di essere due entità aziendali diverse che parlano tra loro mantenendo un distacco. Paolo Pugni riprende proprio una frase, detta da un suo amico americano qualche anno fa: 

“Le relazioni fra aziende sono relazioni fra persone che rappresentano quelle aziende.” 

Si parla comunque di persone, quindi una relazione o una reciprocità – anche minime – devono esserci. 

 

L’empatia con il cliente

Un secondo aspetto da considerare è il valore da proporre. Infatti, nel momento in cui il venditore propone valore, deve tener conto della paura del cliente, quindi deve lavorare sulla durata, sulla sostenibilità. Oggi si parla molto di sostenibilità, e può essere il cuore di una nuova vendita: citando i Nomadi, “Noi ci saremo”, nel senso che il venditore ci sarà in futuro, sarà a disposizione dell’azienda, la aiuterà ad esserci in futuro grazie a nuovi progetti o perché magari il fornitore stesso sarà costantemente al suo fianco. Sarebbe un errore trascurare queste paure, bisogna partire proprio da lì per creare un rapporto solido. Bisogna capire quali sono e poi comprendere il modo più adatto per aiutare le aziende.

 

La voglia di sperimentare nuovi approcci commerciali

Anche il venditore può adottare delle strategie per superare le proprie paure:

  • Non avere paura di sperimentare;
  • Uscire dalla propria zona di comfort abituale;
  • Convincersi di poter cambiare, sfruttando altre piattaforme come Skype o Zoom per vendere.

Si deve imparare, studiare, recuperare cose viste in precedenza come, per esempio, inviare una mail nel modo giusto con messaggi anche stravaganti in oggetto, certe volte. Bisogna sforzarsi di farlo, si deve vincere la paura del nuovo, dello strumento diverso. 

 

Nuove parole d’ordine nella Vendita: sperimentare!

Il punto fondamentale è reagire, uscire dalla zona di comfort alla quale si è abituati. Restando all’interno di quel cerchio, percepiamo solo il problema così come è e lo vediamo ingigantirsi sempre di più senza poter fare nulla per contrastarlo. Al contrario, si deve provare, si deve sperimentare per trovare una soluzione, anche nella vendita. Perché non inviare un messaggio al cliente attraverso Whatsapp e pur con un imbarazzo iniziale? Il primo magari non è un granché, il secondo non sarà perfetto ma piano piano, guardando gli altri e studiando, qualcosa di buono uscirà fuori.  

 

Come sperimentare nella Vendita per gli informatori medico scientifici

Un altro settore che sta sperimentando grandissimi cambiamenti da questo punto di vista – in maniera anche molto pesante è quello degli informatori medico-scientifici che hanno dovuto, tra Marzo e Aprile 2020 e non solo, fare un cambiamento epocale. Ad un agente o un venditore può far ridere, ma l’informatore medico-scientifico non fa mai chiamate di prospezione perché, nella sua professione, viene ricevuto dal medico e quest’ultimo è obbligato a riceverlo, non può rifiutarsi, è la legge. A partire da Marzo, non potendo più andare a visitare i medici, questi informatori si sono trovati a dover telefonare per fissare un appuntamento. Una cosa mai fatta in vita loro, una tragedia! 

Per una persona che non è abituata a chiamare, farlo di punto in bianco dopo quarant’anni di lavoro, è stato qualcosa di tragico, soprattutto se lo scopo era ottenere almeno una chiacchierata online. Insomma, come aggiungere complessità ad una situazione già difficile. Per un venditore invece, che fa ottocento telefonate a freddo ogni giorno, tutto ciò non rappresenta un problema. Quindi bisogna realmente buttarsi fuori dalla propria zona di comfort!  

 

Aziende e strategie di Vendita e Marketing nell’era Covid-19 

Andando oltre l’ambito della Vendita e avvicinandoci maggiormente a quello del Marketing, si deve far capire alle aziende l’importanza tanto della formazione quanto del dover sperimentare per sopravvivere in questo momento così particolare. Più di tutto, però, se da un lato è vero che le strategie di Marketing e le analisi di mercato non stanno funzionando nel lungo periodo, di certo non possiamo farne a meno. Così come non possiamo non considerare anche le strategie nel breve periodo. Infatti, come abbiamo già fatto nella scorsa diretta sulle Survey e le analisi di Mercato, dobbiamo chiederci cosa vogliono il mercato e il cliente, rimettendo in discussione un po’ tutto.  

 

Covid-19 e umore delle persone rispetto ai venditori

Ora, purtroppo l’umore delle persone cambia dalla mattina alla sera. Cambia in base alla situazione che c’è intorno a loro. Quindi, bisogna fare molta più attenzione rispetto a prima. In particolare, per quanto riguarda il B2C ovvero la vendita al consumatore finale dove si parla di immediatezza, di quotidianità, è fondamentale capire la clientela. Se invece parliamo di B2B, le aziende possono risentire un po’ meno della situazione: per esempio le trattative per l’acquisto di presse meccaniche o di trattori che costano milioni di euro, possono durare anche un paio di anni quindi è normale ragionare nell’ottica di medio-lungo periodo. 

 

Covid-19 e Vendita: alcuni settori che funzionano sempre

D’altro canto, dipende sempre dal settore al quale si fa riferimento: l’ambito informatico e più in generale tutto il digitale, e-commerce compresi, stanno crescendo fortemente. Oramai, dalla piccola alla grande impresa, tutte hanno bisogno di avere almeno un punto di contatto digitale oltre a quello fisico. Non necessariamente un e-commerce. Ovviamente poi dipende da settore a settore: c’è anche chi preferisce aspettare prima di fare cambiamenti radicali anche nel breve periodo per mancanza di liquidità o paura del futuro e quindi vuole analizzare bene la situazione attuale e ponderare le scelte migliori… 

 

La percezione del Valore è ancora un problema nella Vendita?

Se da un lato, ci sono clienti più cauti (e più fedeli) che preferiscono attendere il momento opportuno per fare determinati investimenti, dall’altro c’è chi preferisce ascoltare più fornitori prima di decidere, andando poi verso coloro che offrono pacchetti più convenienti. 

Questo è un annoso problema, perché un venditore o un agente deve far percepire al cliente il valore dell’offerta, la diversità dei progetti, quel qualcosa in più che lo spinga a sceglierlo. Infatti se il venditore riesce a dare valore al cliente, non importa se attraverso lo storytelling o altre tecniche, se riesce ad aiutarlo e a offrirgli la soluzione migliore per i suoi problemi anche da un punto di vista emotivo, il cliente resta. Ovviamente, non restano sempre tutti, alcuni se ne vanno ma questo è un fatto già noto. Come diceva Daniel Priestley:

“ A me non interessa essere famoso per milioni, mi interessa essere famoso per tutti i clienti che posso servire più due in modo da creare la coda fuori dalla porta”

Alla fine, è questo quello che conta. Certo, sono momenti difficili a causa non solo della pandemia ma anche della presenza sempre maggiore dei grandi e-commerce come Amazon, dove la maggior parte delle persone acquista prodotti dopo averli visti in negozio. Purtroppo questo rischio c’è, però si deve lavorare sui clienti ai quali si può dare di più e magari studiare altri modi per offrirgli sempre di più non solo in termini commerciali ma anche di fidelizzazione.  

 

Strategie di Vendita in negozio: ritorno al locale e alla relazione 

Non è un caso che, in questo periodo, si stia dando anche risalto alle attività locali, quelle che ognuno di noi ha sotto casa. Infatti, le persone hanno bisogno di relazioni, di pochi elementi ma che siano chiari e sicuri. Oggi, la vera sfida non è più ricercare qualcosa tra il mare magnum delle informazioni e contenuti molto simili tra loro, che non permettono una chiara riconoscibilità. Le persone devono riconoscere chi hanno davanti, devono toccare con mano quello che vogliono ma devono anche rivedersi negli occhi degli altri, devono poter condividere le stesse emozioni e gli stessi problemi. Per questo è necessario sfruttare e riscoprire la dimensione locale. 

 

Next Door: un social che può aiutarci a vendere di più?

Per esempio, c’è Next Door: un social presente su Milano ma anche in altre città, che consente di mettere in contatto persone che abitano nei quartieri vicini e di risolvere problematiche quotidiane come il portare frutta, verdura o formaggio a domicilio ecc. È chiaro che i prezzi sono talvolta un po’ più elevati rispetto a quelli del supermercato, però si crea un legame con le persone, si riscopre il rapporto umano con altri e la sfera locale. Alla fine, ci si rende conto che se perdi questi, perdi tutto. Invece è importante avere dei punti di riferimento vicini: girare per un quartiere dove tutti i negozi sono chiusi mette una tristezza terrificante, anche perché alcuni sono chiusi per via delle normative di questo periodo ma altri lo sono definitivamente. Ed è diverso.

 

Vendita nel settore bici: l’esempio dei Rossignoli Bond

Un altro esempio è quello di Rossignoli, un famoso negozio di biciclette a Milano che – durante questo periodo – ha lanciato i Rossignoli Bond per cercare di fare qualcosa in più per i clienti. Poi c’è stata anche l’introduzione dei bonus biciclette indetti dal Governo, quindi ha avuto ulteriori ritorni in termini economici e relazionali. Ecco, bisogna inventarsi cose di questo genere.  

Ovviamente non è lo strumento a creare una relazione perché di strumenti ce ne sono moltissimi e cambiano continuamente: Whatsapp, Telegram, Videochat di gruppo, raccolte punti, sconti ecc. La questione è puntare su se stessi, sui propri valori, sulla propria mission, sul proprio modo di comunicare e di relazionarsi con i clienti. 

È una questione di empatia: se un negoziante è sempre stato scontroso, il cliente – soprattutto in un momento come questo – fa fatica a chiedergli qualcosa. Se invece si dimostra cordiale ed empatico, con idee creative, otterrà dei benefici non solo nei periodi difficili ma anche successivamente.  

 

Vendere abbonamenti o accessi: la questione delle palestre

Un altro esempio potrebbe essere quello delle palestre: 

  • Alcune hanno inviato a casa gli oggetti;
  • Altre hanno iniziato delle collaborazioni con aziende che vendono proprio articoli sportivi, con la possibilità di partecipare a corsi in diretta dove viene mostrato come usarli nel modo migliore;
  • Si fanno delle dirette one-to-one proprio con il personal trainer per essere comunque seguiti, anche da casa;
  • Si offre la possibilità di visitare virtualmente il negozio o fare il pre-acquisto di articoli o servizi specifici.

 

Vendere oggi: conclusioni efficaci per vincere una nuova sfida

Insomma, non dobbiamo dimenticarci che tutto ciò che abbiamo già acquisito, può rappresentare una risorsa importante: i clienti, le loro informazioni, tutto quello che può essere costruito insieme ma anche l’acquisire nuovi clienti perché il passaparola ancora funziona, non muore con la distanza.   

Ora, come in futuro, si deve dare ancora più valore ai clienti abituali. Si devono consolidare quelle relazioni che vengono – spesso – date per scontate.

Ogni azienda deve fare un po’ di auto-analisi e capire quale siano le decisioni migliori da prendere non solo per se stessa ma anche per i propri clienti.  

 

Piani di Marketing per vendere

In questo percorso tra Vendita e Marketing, Marketing Strategy Solutions, può venirvi incontro. Grazie al suo Metodo, supporta le aziende proprio nel processo di analisi, sfruttando anche strumenti di Marketing importanti come la Matrice di Ansoff. Si parte dai dati, dalle Analisi di Mercato per arrivare poi alla strutturazione di un approccio strategico adeguato alle esigenze delle singole imprese. Si supporta poi anche la rete vendita con i professionisti adeguati che fanno parte del progetto. 

Se desideri implementare il tuo business oppure vuoi aprirti a nuove opportunità, contattaci e insieme creeremo la strategia su misura per te. 

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